la manifestazione del 23 novembre 2016
Si è svolto ieri il primo dei tre incontri previsti nell’ambito della manifestazione “Uomini e popoli senza barriere” a titolarità MIUR.
La Dirigente Scolastica prof.ssa Franca Masi ha ringraziato i presenti ed ha ricordato che il nostro istituto ha fortemente voluto questo progetto perché la scuola deve offrire agli studenti momenti di riflessione su temi importanti come quello della solidarietà e dell’amicizia e deve educarli ad una cultura della pace e della tolleranza.
Dinanzi alla platea, costituita da alcune classi del nostro istituto e da una rappresentanza di studenti delle scuole secondarie di primo grado della città, sono intervenuti il Sindaco dott. Servalli, l’arcivescovo Mons. Soricelli, la dott.ssa Diana Pezza Borrelli, cofondatrice dell’amicizia Ebraico-Cristiana a Napoli e Presidente del Movimento dei Focolari, la prof.ssa Shahrazad Houshmand Zadeh, docente di introduzione all’Islam presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e il dott. Marco Rossi della Comunità di Sant’Egidio di Roma che hanno parlato dell’importanza del dialogo, non solo tra gli uomini ma anche tra le religioni.
Di fronte alla realtà di oggi caratterizzata da tensioni e scontri continui tra popoli o razze o religioni bisogna ascoltare, capire e dialogare con “l’altro”, prestare attenzione ai suoi bisogni, rispettarne le differenze e farne tesoro. Tutti dobbiamo collaborare per costruire un mondo migliore e la scuola deve educare alla cultura dell’incontro e della concordia.
Toccanti le storie, raccontate dalla dott.ssa Borrelli, di ebrei che hanno vissuto le atrocità della guerra e che ci fanno capire quanto, oggi più che mai, sia indispensabile il dialogo tra i popoli (come quello tra studenti israeliani e palestinesi che lei stessa è riuscita a realizzare).
Desolanti le periferie descritte dal Dott. Rossi che ci ha parlato di una Napoli divisa fra due realtà: la metropoli europea, capitale dell'arte e della cultura e la zona popolare che, se pur parzialmente toccata dal benessere, resta poco istruita. Una città nella quale ha deciso di investire le proprie energie dopo aver capito, all’età di sedici anni, che non tutti i ragazzi erano stati fortunati, nella vita, come lui.
Molto bella la “parabola dell’elefante” di Rumi, raccontata dalla prof.ssa Housmand Zadeh, che ci vuole insegnare una cosa: se ognuno vede le cose solo a modo suo, senza ascoltare quello che dicono gli altri, non riuscirà mai a “vederle” così come sono ma ne avrà solo un’idea parziale.
Questo incontro ha lanciato un messaggio importante ai nostri alunni: tutti dobbiamo collaborare e lavorare per la fraternità universale, accogliere l’altro e conviverci in modo pacifico e costruttivo, lottare per vincere gli odi e abbattere le barriere. Tutti dobbiamo essere” educati alla pace”, che può essere realizzata solo grazie alla conoscenza, all’ascolto e al dialogo con gli altri affinché il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli.